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“Mi chiamo Maria Pia e sono una Principessa Savoia”

Igrejia di Sao Domingos, Lisboa

Buonasera. Piacere, mi chiamo Maria Pia e sono una Principessa Savoia.
Questa è la chiesa di Sao Domingos, dove mi sposai nel 1862.
Sono nata a Torino il 16 ottobre 1847.

Maria Pia di Savoia

Mio padre, Vittorio Emanuele II, era il Principe di Piemonte. Diventò poi il primo Re d’Italia, a seguito dell’unificazione.

Mia madre padre, invece, era i origini austriache, si chiamava Maria Adelaide ed era di sangue Asburgo-Lorena.

Maria Adelaide i Savoia: “alcuni dicono di lei che è solo una bambina viziata, altri che è il raggio di sole del Re e di Versailles.”

Mamma e papà erano cugini primi. Mamma era figlia maggiore di Anna Maria d’Orléans e di Vittorio Amedeo II di Savoia.
Io ero la sua secondogenita, mentre la primogenita era mia sorella Maria Clotilde.

Lei sposò un nipote di Napoleone, un tipo che nella vita non la trattò affatto bene: era un uomo ateo, un libertino e, alla fine, la abbandonò.

I miei due fratelli, Umberto I e Amedeo, furono Re, entrambi.

Il mio secondo nome, Pia, viene dal Papa che mi battezzò offrendomi il prestigioso omaggio della Rosa d’Oro, Pio IX. Si tratta una rosa tutta d’ oro che i Papi sono soliti offrire in segno di distinzione ed affetto.

La Rosa d’Oro, dono di Pio IX a Maria Pia


Avevo solo 15 anni, quando, il 9 agosto 1862, mio padre firmò, per corrispondenza il contratto di matrimonio con Luigi I di Bragança, Re del Portogallo. Diventavo Regina Consorte.


Firma del contratto di Matrimonio fra Maria Pia e Dom Luis I

Amavo molto Dom Luis I, nonostante fosse un poco birichino ed avesse delle amiche. Era bello! Brillante e colto, era pure un provetto scrittore e sapeva suonar musiche.
In vista delle nozze vere e proprie, arrivai per mare con una piccola flotta di fronte a Lisbona.

“arrivai per mare con una piccola flotta di fronte a Lisbona.”


Come stavo raccontando, il matrimonio con Dom Luis I fu celebrato nella chiesa di Sao Domingos, proprio qui, accanto alla Piazza del Rossio, o Praça Pedro IV.
In Portogallo mi ritrovo in un mondo completamente nuovo, di cui a stento capisco la lingua; ma tutte queste novità non mi spaventano. Imparo ad adattarmi e l’anno successivo divento mamma del Principe Carlo I, il futuro erede al trono.
I portoghesi, inoltre, mi aiutano, dimostrandomi in molte occasioni il loro affetto: sembra che il mio istinto nei confronti dei poveri e disagiati abbia fatto breccia nel loro cuore, risultando evidente la mia compassionevole natura agli occhi dei più. Pare che mi abbiano sentita chiamare Mae dos Pobres, Madre dei Poveri.

salvataggio durante l’alluvione
orfanotrofio voluto da Maria Pina e inaugurato con il nome di Vittorio Emanuele, in onore al padre


In realtà non faccio nulla di speciale, se non agire secondo quanto in mio potere per alleviare le sofferenze dei più bisognosi. Mio marito mi definisce ‘ un po’ folle”, ma in realtà io non faccio altro che ascoltare il mio cuore. Non mi stupisce che in questa corte di poco sensibili, abbia destato scalpore il mio tuffo nel Tejo per salvare quei due ragazzini, l’anno scorso. Davvero, non ci ho pensato due volte.
Adoro le cose belle, che cosa ci posso fare, sono stata educata come una Principessa ed una Regina. Non è mica colpa mia! A chi non condivide le mie inclinazioni per il bello, dico sempre:


Quem quer rainhas, paga-as!” (“Chi vuole le regine, le paga!”).


A corte Savoia, durante la mia giovinezza, studiai grammatica, geografia, storia, disegno, musica, come le principesse europee mie coetanee. Oltre a Palazzo Reale, a Torino, mi capitava di frequentare il Palazzo di Moncalieri, Racconigi, Casotto e Stupinigi.


Fortunatamente, comunque, possiedo molti gioielli e, quando la situazione non permette proprio strappi alla regola, a volte uso qualche gioia a garanzia.
Mi piace indossare un abito nuovo tutti i giorni…e curarmi del Palazzo, che è la nostra casa.”

La Famiglia Reale nel 1876: da sinistra a destra:
Maria Pia, Afonso, Carlos e il Re Luís I
Joseph Fortuné-Séraphin Layraud Palácio Nacional da Ajuda Lisbona Particolare

Maria Pia e il Palazzo di Ajuda

Costruito a seguito del violento terremoto del 1755, che rase al suolo la città, nella zona meno sismica di Ajuda/Belem, fu dimora reale per più di trent’anni. Inizialmente cncepito come una semplice baracca di legno, detta “Real Barracca”o “Paço de Madeira” (Madeira significa legno) , si trattava di un “palazzo” ligneo costruito in emergenza; prese fuoco  nell’ incendio nel 1794, per essere sviluppato successivamente come un vero Palazzo Reale,  in stile Barocco prima a e Neoclassico poi.

dettaglio di un esterno del palazzo

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Con il regno di Luis I e Maria Pia di Savoia, furono soprattutto gli interni ad essere rimodellati all’insegna del comfort, della privacy e dell’igiene, tratti caratteristici nel moderno gusto e mentalità borghesi del XIX secolo. Tocco speciale era dato dai regali di matrimonio provenienti da Casa Savoia, come per esempio la collezione di 300 pezzi d’argento per la sala da pranzo.

Argenterie per la Sala da Pranzo, dote di matrimonio provenienti da asa Savoia

Il gusto raffinato di Dona Maria Pia e il suo amore per il lusso diedero un’impronta fondamentale al Palacio di Ajuda, dove vennero allestite svariate sale: la Sala de Jantar, sala delle Cene, per i pasti giornalieri della famiglia; la “Sala de Estar” (il salotto), la Sala Azul – e aree “de Lazer” (della ricreazione o del passatempo), come per esempio Sala de Mármore e de Bilhar (Sala dei Marmi e dei Biliardi). Infine, si installarono bagni dotati di acqua corrente, calda e fredda. Il piano nobile fu riservato ai ricevimenti di Gala, mentre il piano terreno, a partire dalla Sala della Música, lungo la facciata ponente, furono destinati ai ricevimenti privati.  Il Palazzo diventò il palco delle riunioni del consiglio di Stato, dei giorni di grande  grande gala, con banchetti e ricevimenti ufficiali ma anche del quotidiano. Fu qui che nacquero i figli Dom Carlos (1863-1908) e Dom Afonso (1865-1920). Notevole è la Biblioteca Reale, che custodisce 150 mika opere.

interni del Palacio de Ajuda anche detto “Real Paço da Ajuda”.
Il noto ritratto di Maria Pia sullo sfondo

Dopo la proclamazione della Repubblica e l’esilio dei Reali, il Palazzo rimase chiuso per decenni. Oggi abbiamo la possibilità di visitarlo come venne lasciato ai tempi dell’esilio dei monaci nel 1910.


“Maria Pia e o Palacio de Ajuda”. Documentario a nao perder in emissao da RTP https://ensina.rtp.pt/artigo/d-maria-pia-e-o-palacio-da-ajuda/

Maria Pia di Savoia. Chi era la “Regina Bambina”

Maria Pia, Regina Bambina

Maria Pia si dedica instancabilmente alla decorazione degli interni di Palazzo di Ajuda. Alla sua morte, a seguito dei pegni, la maggior parte dei gioielli personali si trovano nelle casseforti del banchiere Bournet, che le vendette indicendo una grande asta pubblica. Qui l’inventario dei gioielli della Regina Maria Pia.

Purtroppo la salute mentale di Maria Pia tracolla all’indomani del regicidio di suo figlio primogenito, Dom Carlos I (da cui prende il nome la Avenida piena di jacarandà tra Santos e São Bento) e di suo nipote erede al trono Dom Luís Filipe de Bragança, primogenito Dom Carlos I. In seguito, la sua salute peggiorerà ulteriormente con la caduta della monarchia.
Con la proclamazione della Repubblica, il 5 ottobre 1910, Maria Pia è costretta a lasciare il Paese dove aveva vissuto negli ultimi 48 anni e ad andare in esilio. Torna nella sua terra natale in Piemonte dove muore l’anno successivo, nel 1911. Viene sepolta nella Cripta Reale della Basilica di Superga a Torino. E’ l’unico membro dela famiglia reale a non essere stato sepolto nel Patheon dei Bragança a Lisbona.


Maria Pia è l’unico membro della famiglia reale portoghese che, dopo l’esilio, non riuscirà mai a “tornare a casa”. Nel febbraio 2017 una petizione per la traslazione in Portogallo dei resti della regina è stata depositata in Parlamento.
A causa del suo carattere bizzarro e della labile salute mentale, pare che al suo rientro in Italia la famiglia reale abbia scelto per lei la Palazzina di Stupinigi. Posizionata in luogo più discreto rispetto a Palazzo Reale, si dice che Stupinigi sia stato spesso luogo destinato ai membri di Casa Savoia dai nervi fragili.
Oltre alla Rosa d’Oro, fu insignita di numerosi titoli e riconoscimenti. Fu Gran Maestra dell’Ordine di Santa Isabella.


A Genova, presso il Palazzo Reale si trovano i due bellissimi busti dele due sorelle Maria Pia e Maria Clotilde, opere dello scultore Santo Varni.

In questo palazzo visse i suoi ultimi anni di vita lo sfortunato fratello minore di Maria Clotilde e Maria Pia Odone di Savoia (il quale morì che non aveva nemmeno compiuto vent’anni). Genova fu scelta probabilmente perché il clima genovese più di quello torinese giovava alla salute compromessa dalla malattia. Oddone qui costituì la sua piccola corte privata, di cui faceva parte anche Santo Varni , che era quasi il suo “padre spirituale”, e che realizzò anche i busti delle due sorelle.
Dietro i due busti ci sono la storia di Oddone, colpito da rachitismo (così si diceva allora, ma il nome della malattia è osteogenesi imperfetta, detta anche “malattia delle ossa di cristallo”, la stessa che portò alla morte il musicista Michel Petrucciani) che lo costrinse a subire cure lunghissime e dolorose operazioni alle ossa..